15/2/2002 – I produttori contrari alla Cicogna…

i rappresentanti dell’imprenditoria cinematografica contro le proposte della produttrice per la Mostra di Venezia e favorevoli a Barbera

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Le prospettive per la prossima Mostra di Venezia, annunciate da Marina Cicogna non convincono i rappresentanti dell’imprenditoria cinematografica intervistati dal "Giornale dello Spettacolo". Fanno, infatti, discutere le linee alle quali la produttrice vorrebbe ispirarsi: ripristino del mercato, maggiore apertura agli Usa, più mondanità e meno cinefilia.
Il produttore Gianfranco Piccioli ha dichiarato che non bisogna rimpiangere gli splendori del passato: “In questi anni il cinema è cambiato; bisogna andare incontro al pubblico e non ipotizzare una Mostra per pochi eletti. E’ necessario cominciare ad “allargare” il festival. Perché non ipotizzare che i film siano presentati contemporaneamente a Venezia e nelle principali città italiane?”. Domenico Dinoia, presidente della Federazione del cinema d’essai, critica in particolare la maggiore attenzione che la Cicogna vorrebbe dare al cinema Usa: “Il compito dei grandi festival è quello di mettere a confronto e far conoscere le cinematografie dell’intero pianeta”. Più aperto al confronto con il mercato il responsabile di Medusa Cinema, Gianluigi Della Casa: “La Mostra di Venezia deve diventare un’occasione per promuovere il consumo di cinema in sala. La formula? Un giusto intreccio di grandi film spettacolari e film di grande qualità”. Paolo Ferrari, presidente della Warner Bros, difende l’operato del direttore uscente, Alberto Barbera: “A mio avviso ha lavorato benissimo e la sua eventuale sostituzione mi pare del tutto immotivata. Per imporsi e farsi conoscere il direttore di un festival ha bisogno di lavorare su tempi lunghi, cambiare timoniere ogni due, tre, quattro anni è semplicemente un errore”. Anche Lionello Cerri, produttore ed esercente, giudica positivamente l’operato d Barbera e aggiunge: “Più che pensare a feste ed ospiti credo che il prossimo direttore di Venezia dovrebbe impegnarsi piuttosto a migliorare le strutture permanenti della Mostra, che soffre ancora di notevoli carenze”.

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